Rose, lacrime e sangue. Analisi e nuove strategie di contrasto alla violenza di genere a Carrara
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Rose, lacrime e sangue. Analisi e nuove strategie di contrasto alla violenza di genere a Carrara
Rose, lacrime e sangue. Analisi e nuove strategie di contrasto alla violenza di genere a Carrara
Il testo che viene proposto è l'esito di un lungo lavoro di ricerca svolto a Carrara; il suo presupposto di base è la necessità di conoscere il territorio, ritenuta propedeutica per una corretta pianificazione strategica in termini di prevenzione, sensibilizzazione e accoglienza. Non un punto di arrivo, sia chiaro, ma di partenza. Un primo step che tenta di leggere il fenomeno violenza di genere al di fuori dei canoni tradizionali che la vedono come un problema "delle donne" o un problema "di relazioni". Il libro pone chiaramente la questione "politica" della violenza, non intesa come "partito" o come "ideologia", ma come problema di polis, di comunità. Questo perché la violenza è vista come "fatto sociale totale" prendendo a prestito il gergo antropologico, ovvero un fenomeno che parla, che racconta, che è ontologicamente imbrigliato nella società, legato quindi non solo alle dinamiche tra i sessi, ma al modello economico e politico, ai sistemi educativi, alla salute pubblica e alla sicurezza. Ecco perché diventa centrale fare della violenza contro le donne un tema focale delle agende politiche: intervenire "contro" di lei significa lavorare sulla sofferenza sociale e pianificare azioni intergrate e capaci di guardare a lungo termine con lo scopo di raggiungere livelli maggiori di benessere e civiltà che riguardano la comunità tutta.
La ricerca è realizzata attraverso gli strumenti e i paradigmi teorici che afferiscono prevalentemente a due discipline, l'antropologia culturale e la criminologia sociale. Il libro è diviso due parti.
La prima ha un carattere teorico e più generale, una sorta di "cassetta degli attrezzi" utile a comprendere la parte successiva. In estrema sintesi si compone di sei capitoli.
Nel primo si affronta il tema della violenza, intesa come comportamento umano. Attraverso un piccolo exursus di autori famosi e ricerche accademiche recentissime, si mette in evidenza come la violenza e quindi anche quella di genere, sia un comportamento "culturalmente significativo", ovvero plasmato dalle culture, anche per quanto riguarda le sue tecniche.
Il secondo capitolo è dedicato al corpo. Corpo inteso come costrutto sociale, come oggetto sul quale la violenza e il potere imprimono i propri segni, ma accanto a questo anche come oggetto di ribellione e rivendicazione dei diritti. Qui si farà riferimento al femminismo e alla lezione di Michel Foucault.
Il capitolo che segue è dedicato alla violenza di genere, all'analisi delle sue forme e agli interventi degli organismi internazionali.
Il quarto capitolo è il più controverso, perché pone delle domande. Nella fattispecie affronta il tema dell'integrazione culturale e quindi gli incontri e gli scontri che ne conseguono. Come fare prevenzione e sensibilizzazione in una società sempre più multiculturale?
Segue poi una parte dedicata alla vittimologia, una scienza, branca della criminologia, che nasce e cresce con il merito di mettere in evidenza la relazione che esiste sempre tra vittima e carnefice: non un modo per giustificare certamente, ma per comprendere.
Infine, viene dedicato spazio alla questione degli uomini maltrattanti; un capitolo in cui si ricostruisce ciò che è stato fatto negli altri paesi in termini di trattamento e le realtà che stanno emergendo nel nostro.
La seconda parte, più corposa, è tutta dedicata a Carrara.
Rose, lacrime e sangue. Analisi e nuove strategie di contrasto alla violenza di genere a Carrara
Il testo che viene proposto è l'esito di un lungo lavoro di ricerca svolto a Carrara; il suo presupposto di base è la necessità di conoscere il territorio, ritenuta propedeutica per una corretta pianificazione strategica in termini di prevenzione, sensibilizzazione e accoglienza. Non un punto di arrivo, sia chiaro, ma di partenza. Un primo step che tenta di leggere il fenomeno violenza di genere al di fuori dei canoni tradizionali che la vedono come un problema "delle donne" o un problema "di relazioni". Il libro pone chiaramente la questione "politica" della violenza, non intesa come "partito" o come "ideologia", ma come problema di polis, di comunità. Questo perché la violenza è vista come "fatto sociale totale" prendendo a prestito il gergo antropologico, ovvero un fenomeno che parla, che racconta, che è ontologicamente imbrigliato nella società, legato quindi non solo alle dinamiche tra i sessi, ma al modello economico e politico, ai sistemi educativi, alla salute pubblica e alla sicurezza. Ecco perché diventa centrale fare della violenza contro le donne un tema focale delle agende politiche: intervenire "contro" di lei significa lavorare sulla sofferenza sociale e pianificare azioni intergrate e capaci di guardare a lungo termine con lo scopo di raggiungere livelli maggiori di benessere e civiltà che riguardano la comunità tutta.
La ricerca è realizzata attraverso gli strumenti e i paradigmi teorici che afferiscono prevalentemente a due discipline, l'antropologia culturale e la criminologia sociale. Il libro è diviso due parti.
La prima ha un carattere teorico e più generale, una sorta di "cassetta degli attrezzi" utile a comprendere la parte successiva. In estrema sintesi si compone di sei capitoli.
Nel primo si affronta il tema della violenza, intesa come comportamento umano. Attraverso un piccolo exursus di autori famosi e ricerche accademiche recentissime, si mette in evidenza come la violenza e quindi anche quella di genere, sia un comportamento "culturalmente significativo", ovvero plasmato dalle culture, anche per quanto riguarda le sue tecniche.
Il secondo capitolo è dedicato al corpo. Corpo inteso come costrutto sociale, come oggetto sul quale la violenza e il potere imprimono i propri segni, ma accanto a questo anche come oggetto di ribellione e rivendicazione dei diritti. Qui si farà riferimento al femminismo e alla lezione di Michel Foucault.
Il capitolo che segue è dedicato alla violenza di genere, all'analisi delle sue forme e agli interventi degli organismi internazionali.
Il quarto capitolo è il più controverso, perché pone delle domande. Nella fattispecie affronta il tema dell'integrazione culturale e quindi gli incontri e gli scontri che ne conseguono. Come fare prevenzione e sensibilizzazione in una società sempre più multiculturale?
Segue poi una parte dedicata alla vittimologia, una scienza, branca della criminologia, che nasce e cresce con il merito di mettere in evidenza la relazione che esiste sempre tra vittima e carnefice: non un modo per giustificare certamente, ma per comprendere.
Infine, viene dedicato spazio alla questione degli uomini maltrattanti; un capitolo in cui si ricostruisce ciò che è stato fatto negli altri paesi in termini di trattamento e le realtà che stanno emergendo nel nostro.
La seconda parte, più corposa, è tutta dedicata a Carrara.